
Il volo del calabrone: artigianato locale ed economia globale
Artigianato ed economia globale sembrano due ambiti inconciliabili. E invece accade il contrario. Un paradosso? No, è tutto vero
Come fa una piccola impresa, una microimpresa, un’impresa artigiana, a vivere e ad avere successo in un mondo in cui, ogni giorno, nulla è scontato e le sfide globali si susseguono una dopo l’altra? E come fa la loro associazione ad aumentare il numero di iscrizioni, come avvenuto anche nel corso dell’ultimo anno, in tempi in cui vari economisti o sociologi annunciano la crisi dei tradizionali organismi di rappresentanza? Le risposte a tali quesiti, che s’intrecciano l’uno con l’altro, stanno nel celebre paradosso del “volo del calabrone” secondo il quale, date le ridotte dimensioni delle ali rispetto a quelle del corpo, scientificamente non potrebbe volare ma, siccome non lo sa, lui vola lo stesso.
E ancora più interessanti sono alcuni studi di fisica che spiegano come, in realtà, siano l’incredibile frequenza dei battiti d’ali e alcune complicate torsioni a consentire all’insetto di volare.
Lo stesso vale per le nostre imprese: pensiamo a quanti sforzi servono non solo a competere sul mercato con i proprio prodotti o servizi, ma anche a vincere difficili ostacoli, quali le farraginosità burocratiche o i costi energetici, che spesso all’estero non sono così pesanti. Eppure, ci riescono.
Chi può dar loro una mano? È qui che entra in campo una struttura associativa capace di fornire un valido supporto quotidiano. Com’è il caso della Confartigianato vicentina, che compie ottant’anni di vita non solo confermando il significativo primato di essere l’associazione territoriale più rappresentativa, per soci e imprese, di tutto il sistema Confartigianato italiano, ma anche registrando un aumento di oltre duecento adesioni nell’ultimo anno rispetto a quello precedente.
Sono dunque le “ali” di una organizzazione collettiva, che si aggiungono a quelle di ogni singola azienda, ad agevolare il “volo” economico e sociale di una provincia che tiene botta nonostante tutto, restando fra l’altro la terza più importante a livello nazionale per export manifatturiero. E tutto ciò è frutto anche di una cultura plurisecolare, di uno spirito imprenditoriale che sta impresso nel Dna della nostra gente.
Attualmente, nel Vicentino operano quasi 23mila imprenditori artigiani, con una crescente presenza femminile (17%) e una analoga quota di stranieri (15%). Artigiani e artigiane sono dappertutto, sono il tessuto connettivo della comunità; li incontriamo nei laboratori delle nostre città, o quando ci arrivano in casa a sistemare un guasto, o a progettare e realizzare un rifacimento. Fanno parte della nostra vita perché sfornano prelibatezze da gustare a tavola così come ci riparano l’auto o il computer, costruiscono di tutto, restaurano beni artistici preziosi, ci donano qualche pausa di benessere estetico. Tanti non li vediamo, ed è un peccato, ma nelle loro sedi c’è chi lavora per importanti committenti garantendo meccanica di assoluta precisione, fornendo particolari per la Nasa, garantendo qualità del Made in Italy sia creando in proprio e sia nelle filiere dei grandi “brand” internazionali della moda. Non hanno paura dell’Intelligenza Artificiale, ma sanno se e quando è il caso di servirsene, al pari di altri strumenti; così come sanno che per certe lavorazioni nessun robot sarà in grado di sostituire le mani, guidate sempre dalla testa e, perché no, dal cuore.
È così che tanti “piccoli” messi insieme costituiscono la spina dorsale di una economia. Ma ne rappresentano anche il sistema nervoso per come sanno reagire agli stimoli esterni, attivare meccanismi di resilienza e flessibilità, individuare soluzioni e alternative in caso di difficoltà.
Nell’arco dei decenni, sono mutate le forme produttive, le esigenze del mercato, sono nati nuovi mestieri, mentre lo scenario viaggia a velocità impensabili rispetto a poco tempo fa.
Per questo, oggi più che mai, è necessario rivolgersi ai giovani, ovvero ai cittadini del presente e del futuro, perché sappiano guardare con nuovo interesse a settori che, nella piccola impresa e nell’artigianato, sanno offrire tante opportunità di crescita personale e soddisfazione professionale, permettono di esprimere creatività e talento, assicurando così lo sviluppo delle nostre comunità.
A loro vanno trasmessi valori come la consapevolezza e l’orgoglio di garantire un domani al loro territorio, di portare nuova linfa ad aziende che operano qui, danno lavoro qui, pagano le tasse qui, e non hanno l’abitudine di scappare via, come troppo spesso fanno le multinazionali.
Professionalità, ricerca, impegno, volontà e capacità di far fronte ai momenti critici e ai cambiamenti, coltivando tenacia e passione per il proprio lavoro, adattandolo di continuo: sono questi gli elementi che da sempre consentono ai nostri “calabroni” di volare anche nelle turbolenze dell’era che impone digitalizzazione, sostenibilità, esigenze inedite, imprevedibilità esterne.
Parallelamente, l’associazionismo insegna quanto può essere utile “volare in gruppo”, fornendo indicazioni, suggerimenti e supporti operativi che il singolo, magari, non riuscirebbe ad acquisire. È un metodo che finora ha dimostrato di funzionare, e nel quale conviene continuare a credere.
In questo numero di FareImpresa, potete leggere i risultati di una ricerca secondo la quale, se non ci fossero gli artigiani, il valore aggiunto della nostra provincia crollerebbe di oltre l’11 per cento, causando un “buco di Pil” di 3 miliardi e mezzo di euro, il tasso di disoccupazione salirebbe al 14 per cento e il “Made in Vicenza” perderebbe l’apporto di quasi 10 miliardi di euro. Per fortuna, tutto ciò non avviene. E non è un miracolo, ma una realtà di cui possiamo andare orgogliosi.

Hanno collaborato a questo numero:
Laura Alberti, Carlotta Andracco, Christian Caleari, Nicola Carrarini, Veronica Cogo, Sandra Fontana, Sabrina Nicoli, Marina Rigotto, Vladi Riva, Valentino Varotto.
Direttore responsabile: Antonio Stefani
In redazione: Valentina Celsan, Stefano Rossi
Contributi multimedia: Corrado Graziano, Davide Samadello, Federica Vencato
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